Good News Agency
INTERVISTA A MIKHAIL GORBACIOV
“VERSO UNA NUOVA CIVILTÀ”
26 gennaio 2001
Lasciate
le responsabilità politiche, Mikhail Gorbaciov ha istituito la Fondazione
Gorbaciov, che conduce ricerche scientifiche sulle tendenze fondamentali dello
sviluppo mondiale. Come Presidente della Fondazione, egli apprezza il ruolo di
Good News Agency per la creazione di un’opinione pubblica più consapevole ed
ha acconsentito a farsi intervistare dal suo editore e direttore, Sergio Tripi,
su questi temi e sull’iniziativa di Good News Agency di promuovere un codice
deontologico dei media.
Sergio
Tripi: Perché
ancora oggi dopo la caduta del muro di Berlino, il mondo occidentale spende in
armamenti 30-40 volte più che in assistenza ufficiale allo sviluppo?
Mikhail
Gorbaciov:
La risposta è nel suo complesso semplice perché gli egoismi sociali e
nazionali di norma hanno purtroppo il sopravvento sulle idee di umanesimo,
solidarietà e amore per il prossimo. Gli armamenti sono un business molto
redditizio e l’aiuto ai paesi che hanno bisogno di sviluppo non porta utili
immediati. Anche se, guardando il problema in termini razionali, risulta chiaro
che se i problemi dello sviluppo e del superamento della povertà non verranno
risolti, tutto il mondo, compreso quello occidentale, si troverà in un futuro
molto prossimo ad affrontare durissime prove.
S.T.
Quale minaccia è più grave per l’umanità, quella che deriva dal tremendo
impatto ambientale di attività umane fuori controllo, oppure le conseguenze
devastanti dell’assurdo squilibrio economico tra nord e sud del mondo? E quali
minacce sono, nei rispettivi ambiti, le più drammatiche e pressanti?
Mikhail
Gorbaciov:
L’una è peggiore dell’altra. Nel XXI secolo le questioni ambientali
provocheranno problemi e difficoltà sempre maggiori per tutti. Si pensi per
esempio al riscaldamento del clima che ha già provocato veri e propri disastri.
E questo è solo l’inizio. Il sud del mondo, l’Africa soprattutto, è
diventato un’area di catastrofe umanitaria sempre più ampia.
Un
aggravamento di questa catastrofe avrebbe conseguenze fatali per milioni di
persone nel sud del mondo. E contemporaneamente darebbe origine a conflitti di
varia natura, a nuove ondate di migrazioni incontrollate, a fenomeni, non
escluse le guerre, di ampia portata.
Vorrei
sottolineare particolarmente il fatto che entrambe le minacce sono, nella
sostanza, tra loro collegate. La situazione miserrima del Sud costituisce una
delle cause della crisi ambientale. L’insufficienza dell’aiuto allo sviluppo
da parte dei paesi avanzati è accompagnata molto spesso dal trasferimento dal
Nord al Sud delle produzioni ecologicamente nocive e tutto questo peggiora sia
le difficoltà del Sud sia la crisi ambientale.
S.T.
Di
quanto tempo dispone l’umanità per far fronte a queste minacce? Quali sono i
principali ostacoli che si oppongono ai cambiamenti individuali e sociali
necessari per accelerare un’inversione di tendenza?
Mikhail
Gorbaciov:
Quando gli scienziati, in primo luogo quelli del Club di Roma, hanno iniziato a
dare l’allarme relativamente alla minaccia ambientale, alla possibilità di
una crisi energetica ecc.. – questo è successo non tanto tempo fa, negli anni
’60 del secolo appena conclusosi – sono stati criticati da tutti.
Soprattutto da quelli che, per il profitto, erano interessati a proseguire lo
sfruttamento predatore della natura e lo sperpero delle risorse del Pianeta.
E’ passato pochissimo tempo da allora e oggi qualsiasi persona ragionevole
riconosce che quegli scienziati avevano ragione.
E’
difficile prevedere i tempi precisi di catastrofici mutamenti irreversibili in
natura, l’esaurimento di queste o quelle risorse: in effetti da una parte la
scienza va avanti, si aprono nuove possibilità e nuove risorse e, dall’altra,
le conseguenze della “supremazia” dell’uomo sulla natura risultano, con
sempre maggiore frequenza, più distruttive di quanto non sembrasse poco tempo
prima. In ogni caso anche le previsioni più ottimistiche infondono
preoccupazione.
I
mutamenti irreversibili in natura, l’alterazione dell’equilibrio tra
biosfera e tecnosfera sono già davanti agli occhi di tutti. Tornare indietro in
molti casi è ormai impossibile. Oggi la situazione è tale che è necessario
capire come evitare nuove catastrofi. In ogni caso il XXI sarà il secolo che
sottoporrà a dure prove la solidità e la sopravvivenza della nostra civiltà.
Non dobbiamo dimenticarlo.
S.T.
Quale
contributo danno, in questo quadro, le attività della Fondazione che porta il
Suo nome?
Mikhail
Gorbaciov:
La nostra è fondamentalmente una Fondazione per la ricerca scientifica. Noi ci
occupiamo soprattutto dello studio delle tendenze fondamentali dello sviluppo
mondiale, ivi compresi, naturalmente, gli aspetti summenzionati. La nostra
conclusione è che l’umanità deve cambiare strutturalmente e avviarsi verso
una nuova civiltà che sia pacifica, umana e che garantisca sviluppo a tutti, in
primo luogo a quelli che ne hanno bisogno, una civiltà che sia, nel senso pieno
della parola, ecologica. Lei ha ragione sono necessari mutamenti profondi a
livello individuale e sociale. Da qui lo slogan della Fondazione: verso una
nuova civiltà. La nostra attività, spero, stimola un processo di acquisizione
di conoscenze e di passi concreti per la loro applicazione. Questo significa che
il nostro lavoro è utile.
S.T.
Quali
sono le più promettenti evidenze dell’innegabile cambiamento in atto, per il
quale il dato forse più significativo è rappresentato da un esercito di molte
decine di milioni di persone che fanno del volontariato una ragione di vita?
Mikhail
Gorbaciov:
Effettivamente le forze non governative, quei volontari che, senza risparmio di
forze, partecipano ad azioni di aiuto ai paesi in via di sviluppo, ai loro
popoli, che partecipano a movimenti ambientalisti, oggi svolgono un ruolo più
efficace di quello di molti interventi compiuti dai governi. In generale
l’attività delle organizzazioni non governative, compresi i milioni di
volontari di paesi, di provenienza sociale e di confessioni diverse, diventa
sempre più una forza visibile e seria. Il loro tentativo di aiutare le
strutture statali nonché gli ambienti imprenditoriali, a riconoscere il
carattere e la pericolosità della situazione odierna e ad agire di conseguenza,
merita ogni sostegno possibile.
S.T.
Perché
i media non sono ancora sufficientemente consapevoli di questa formidabile
espressione sociale del volontariato? Quali evidenze li renderanno più attenti
a questa profonda trasformazione sociale, non ancora preponderante ma tuttavia
sempre più crescente?
Mikhail
Gorbaciov:
I mezzi di informazione di massa non sono tutti uguali. Ce ne sono molti che
riservano sempre maggiore attenzione a questo fenomeno nuovo e in grande
crescita. Nel complesso però i maggiori mass media - lei ha ragione - per il
momento “non si accorgono” di quanto sta succedendo nella coscienza e
nell’azione sociale anche del volontariato. La risposta evidentemente va
cercata nella proprietà di quei mass media e negli interessi che essi
esprimono.
S.T.
Pensa
che un codice deontologico dei media, di cui la nostra Good News Agency è
promotrice, un codice che sottolinei la responsabilità dei media per
l’informazione e formazione equilibrata dell’opinione pubblica, possa essere
recepito dai media al punto da accelerare la loro disponibilità a considerare
le notizie positive come altrettanto meritevoli di attenzione di quelle
negative?
Mikhail
Gorbaciov:
Io penso che un codice di questo tipo sia una cosa senza dubbio utile. Al
secondo Forum dei Premi Nobel per la Pace a Roma, tra i punti all’ordine del
giorno è stata appunto esaminata la questione della responsabilità dei mass
media per la situazione nel “terzo mondo”. Nel comunicato conclusivo del
Forum si dice in particolare: “Il sistema moderno dei mass media vive una
crisi senza precedenti che gli impedisce di dare alla gente del pianeta una
immagine corretta e veritiera della situazione”. Di seguito nel comunicato si
sottolinea che le radici di questa crisi stanno nella subordinazione della
politica e dell’azione della comunità dell’informazione e della
comunicazione a potenti interessi economici. I Premi Nobel hanno sostenuto
l’idea di una maggiore responsabilità dei mass media.
Io
penso che il codice, di cui la vostra agenzia si fa promotrice e sostenitrice,
possa favorire il miglioramento della situazione odierna. Ma evidentemente è
difficile prevedere in che misura e in che tempi i mass media recepiranno i
consigli in esso contenuti. Speriamo bene!
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