Good News Agency
INTERVISTA
CON OSCAR ARIAS
ex
Presidente della Costa Rica e Premio
Nobel per la Pace nel 1987
27
aprile 2001
Oscar
Arias è il simbolo di un piccolo paese e di una grande democrazia, uno Stato
senza esercito nella tormentata America Centrale. Quando era Presidente della
Repubblica, riuscì nell’impresa di far firmare il suo piano di pace, che
includeva la rinuncia all’uso della guerra nella regione, a Nicaragua,
Guatemala, El Salvador e Honduras. Oggi, quale Presidente della Fondazione Arias,
egli apprezza il ruolo di Good News Agency per la creazione di un’opinione
pubblica più consapevole ed ha acconsentito a farsi intervistare dal suo
editore e direttore, Sergio Tripi, sui temi dello sviluppo e sull’iniziativa
di Good News Agency di promuovere un codice etico dei media.
Sergio
Tripi: In America Latina, malgrado il progresso sociale compiuto, vi sono
ancora problemi difficilissimi da risolvere in diversi settori. Quali nuovi
valori e quale processo di cambiamento saranno necessarî per assicurare una
partecipazione democratica ed una vita degna d’essere vissuta a tutti i
livelli nella Regione?
Oscar
Arias: Il mondo ha decisamente bisogno di nuovi valori per il ventunesimo
secolo. Ho sempre detto che vorrei vedere un mondo con più solidarietà e meno
individualismo, più onestà e meno ipocrisia, più trasparenza e meno
corruzione, più fiducia e meno cinismo, più compassione e meno egoismo. In
breve, un mondo con più amore.
Per
assicurare una partecipazione democratica, sarà necessario rafforzare la società
civile ed assicurare che i militari siano appropriatamente subordinati a governi
civili democraticamente eletti. Inoltre, la democrazia sopravvivrà soltanto se
potrà garantire risultati, e intendo con ciò la cura delle necessità basilari
della popolazione. Per la maggior
parte della gente, alti e protratti livelli di povertà, unitamente ad
inefficienza governativa e corruzione, tendono a rendere un cambiamento veloce e
decisamente autocratico più desiderabile di un cambiamento democratico. Queste
sono le condizioni che conducono alla disaffezione e alla passività nella
popolazione nel suo insieme e facilitano colpi di stato militari. Affinché la
democrazia sopravviva, si devono trovare metodi di crescita economica che
soddisfino le necessità primarie della gente.
S.T.:
La chiave per i cambiamenti fondamentali necessarî per lo sviluppo è in
mano alla gente. Cosa si sta facendo e cos’altro sarà necessario fare nel
campo dell’istruzione e della preparazione professionale in America Latina?
Oscar
Arias: L’istruzione è base essenziale della democrazia e della prosperità.
I governi dovrebbero investire fortemente nell’istruzione, non soltanto a
livello primario, ma a quello secondario e oltre. Come costaricano, ho
constatato quale progresso sia possibile quando la spesa militare è eliminata
dal bilancio nazionale. Fin da quando eliminammo il nostro esercito nel 1948,
siamo stati in grado di destinare stanziamenti significativi alla sanità e
all’istruzione, con il risultato che la durata media della nostra vita e il
nostro tasso di alfabetizzazione sono alti quanto quelli d’Europa e degli
U.S.A.
S.T.:
Sì, la Costa Rica è un formidabile esempio per il mondo di un paese che,
sulla base di una costituzione lungimirante, ha abolito le forze armate per
oltre mezzo secolo e ha alimentato il processo di pace. Quale ex Presidente del
Paese, come valuta la disponibilità di risorse finanziarie che scaturiscono
dall’abolizione delle spese per armamenti?
Oscar
Arias: Ho in parte risposto a questa domanda. Oggi in Costa Rica, la spesa
per la sicurezza (la Forza Nazionale di Polizia) è soltanto il cinque percento
di quanto spendiamo per l’istruzione e la sanità. I risultati possono essere
visti nella nostra popolazione sana e istruita, cosa che si è tradotta in un più
alto tenore di vita e in una stabilità politica ben maggiore di quanto goda
ogni altro nostro vicino in America Centrale. Il successo della Costa Rica con
la demilitarizzazione mi ha indotto ha promuovere campagne rivolte ad altri
piccoli paesi poveri affinché si smilitarizzino anch’essi. Finora, Panama ed
Haiti hanno seguito l’esempio della Costa Rica. Vi sono molti paesi poveri in
Africa che beneficerebbero grandemente nel re-indirizzare la maggior parte, se
non tutta, la loro spesa militare per alleviare la sofferenza umana e per
incrementare il livello di salute e d’istruzione delle loro popolazioni.
S.T.:
Vi è una crescente tendenza da parte dei paesi sviluppati a diminuire il
fardello del debito estero dei paesi in via di sviluppo, con l’inclusione di
specifici impegni sociali nei piani formulati per i paesi poveri altamente
indebitati. Però, ciò non è ancora sufficiente. Cos’altro si potrebbe fare
per migliorare questa situazione?
Oscar
Arias: L’iniziativa per i paesi poveri altamente indebitati dovrebbe
essere ampliata per includere più paesi. Scambi di debito-per-natura, come
facemmo in Costa Rica durante la mia presidenza, sono molto promettenti per
ridurre il debito e allo stesso tempo per proteggere delicati ecosistemi e
tesori ambientali. I paesi poveri dovrebbero ridurre se non eliminare le spese
militari, che riducono ulteriormente le già scarse risorse per lo sviluppo
umano. L’aiuto estero dovrebbe essere esteso, poiché è nell’interesse dei
paesi ricchi promuovere nei paesi poveri lo sviluppo delle condizioni di vita e
quello delle infrastrutture. Ė soltanto con questo tipo di investimenti,
unitamente ad un sostanziale alleviamento del debito, che i paesi poveri saranno
in grado di diventare partner commerciali serî e di sviluppare economie
sostenibili.
S.T.:
L’equilibrio ecologico è un fattore fondamentale per la pace e la vita su
questo pianeta, e la Carta della Terra svolgerà certamente un ruolo basilare
per formare la responsabilità dell’uomo a livello globale, cosa oggi così
urgente e cruciale. Qual è il contributo della sua Fondazione?
Oscar
Arias: Siamo orgogliosi di trovarci in un paese che attribuisce un
grandissimo valore all’ambiente naturale. Circa un terzo del territorio
nazionale della Costa Rica è sotto qualche forma di protezione, sia come parchi
nazionale o riserve private. L’eco-turismo qui è un’industria in grande
espansione ed è apprezzato sia dai costaricani che dai turisti stranieri. La
Costa Rica riceve più turisti per abitante di ogni altro paese in America
Latina, perché la gente vuole osservare la bellezza della flora e della fauna,
che qui sono protette molto bene.
Anche
se la Fondazione Arias non opera direttamente nel settore della conservazione
ambientale, noi promuoviamo con forza una visione di sviluppo umano che mette le
persone al centro delle politiche dello sviluppo e basa le decisioni relative
decisioni sul come esse influenzeranno il benessere della gente, particolarmente
di quella povera, e quello delle generazioni future.
Le
tre principali aree di programma della Fondazione Arias per la pace e il
progresso umano sono: il Centro per la Pace e la Riconciliazione, che
opera per la risoluzione dei conflitti, la smilitariz-zazione e la
democratizzazione; il Centro per il Progresso Umano, che lavora per
promuovere eguaglianza di opportunità ed equità tra i due sessi nelle società
centroamericane; e il Centro per la Partecipazione Organizzata, che opera
per rafforzare la società civile nell’America Centrale.
S.T.:
Perché i media non sono ancora
sufficientemente consapevoli della formidabile espressione sociale del
volontariato nella società attuale? Quali evidenze li renderanno più attenti a
questa profonda trasformazione sociale, non ancora preponderante ma tuttavia
sempre più crescente?
Oscar
Arias: Temo che la natura umana ci
spinga sempre a cercare prima le cattive notizie; forse è una risposta di
auto-difesa profondamente radicata. E’ certamente un peccato che, nella
maggior parte del mondo, le buone notizie sembrano scorrere su di noi senza
attecchire, mentre ci soffermiamo su ogni piccola evidenza di pericolo,
violenza, corruzione e scandalo. Tuttavia, io nutro la speranza che sapremo
operare per cambiare la nostra natura e per prestare attenzione a tutte le cose
positive che accadono ogni giorno. In questo sforzo, il rafforzamento della
società civile e la partecipazione a livello di base non mancheranno di dare
frutti.
S.T. Pensa che un codice etico dei media, di cui la nostra Good News
Agency è promotrice, un codice che sottolinei la responsabilità dei media per
l’informazione e formazione equilibrata dell’opinione pubblica, possa essere
recepito dai media al punto da accelerare la loro disponibilità a considerare
le notizie positive come altrettanto meritevoli di attenzione di quelle
negative?
Oscar
Arias: Io sostengo di tutto cuore il codice etico dei media, e in
effetti mi spingerei anche oltre. Credo che il ruolo dei media sia non solo di
informare, ma anche di formare, cioè di educare. Sento che è sterile che le
società democratiche evitino l’argomento dei valori. La libertà di parola è
certamente un aspetto fondamentale della democrazia, ma ve ne sono anche altri
che i media dovrebbero tener presenti nella loro opera di diffondere
informazione nelle società libere. Credo che tutti vorremmo vedere promossi
nelle nostre società valori come solidarietà, onestà, trasparenza, speranza e
compassione, invece dei loro opposti: individualismo, ipocrisia, corruzione,
cinismo ed egoismo. Vorrei vedere un movimento internazionale di media che, per
mezzo della raccolta e diffusione di informazioni al pubblico, osi sostenere
questi valori positivi.
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