Good News Agency – anno XI, n° 177
Settimanale – anno XI, numero 177 – 8 ottobre 2010
Direttore responsabile ed editoriale: Sergio Tripi
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 265/2000 del 20-6-2000
Good News Agency - l’agenzia delle buone notizie - riporta notizie
positive e costruttive da tutto il mondo del volontariato, delle Nazioni Unite,
delle organizzazioni non-governative e delle istituzioni impegnate nel
miglioramento della qualità della vita, notizie che non si “bruciano” nell’arco
di un giorno. È distribuita gratuitamente per via telematica a 10.000 media e
giornalisti di redazione in 54 paesi, a 3.000 ONG e a 1.600 scuole superiori
e università. È un servizio di volontariato dell’Associazione Culturale dei
Triangoli e della Buona Volontà Mondiale, ente
morale associato al Dipartimento della Pubblica Informazione delle Nazioni
Unite. L’Associazione è stata inoltre riconosciuta
dall’UNESCO quale “attore del movimento globale per una
cultura di pace” ed è iscritta
alla World Association of
Non Governmental Organizations.
L’Associazione è iscritta nel R.O.C. e nel Registro
della Regione Lazio delle Associazioni di Promozione
Sociale.
Sommario
Legislazione internazionale – Diritti umani – Economia e sviluppo – Solidarietà
Pace e sicurezza – Salute – Energia e
sicurezza – Ambiente
e natura
Religione e spiritualità – Cultura e educazione
Editoriale: La validità dell'ONU, di Sergio Tripi
(top)
Il Gabon aderisce al trattato contro il
traffico di armi e persone
22
settembre - Oggi il capo dell'agenzia anticrimine delle Nazioni Unite ha lodato
l'adesione del Gabon ai trattati contro il traffico di armi e persone, sottolineando che questa decisione aiuterà a rafforzare la
pace e la sicurezza nell'Africa centrale. I due trattati fanno parte di un
Convenzione dell'Onu contro la criminalità organizzata transnazionale, che è
sotto la giurisdizione dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro le droghe e il
crimine (UNODOC) e che è stata adottata a Palermo una decina di anni fa.
Il
Gabon ha aderito a due dei tre protocolli della Convenzione: il Protocollo per
prevenire, reprimere e punire il traffico di persone, specialmente donne e
bambini; e quello contro la fabbricazione illecita e il traffico di armi da
fuoco, loro componenti e munizioni.
Durante
l'evento dedicato al trattato di quest'anno, il Gabon ha anche aderito al patto
per
http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=36071&Cr=trafficking&Cr1=
Il Principato di Monaco ratifica il
Trattato internazionale contro le bombe a grappolo
Londra,
23 settembre - Il Principato di Monaco ha ratificato
Il
Principato di Monaco aveva firmato
http://www.stopclustermunitions.org/news/?id=2622
Accademia
anticorruzione inaugurata in Austria sotto l'egida dell'ONU
2 settembre –
Un'accademia anticorruzione co-sponsorizzata dalle
Nazioni Unite è stata inaugurata oggi in Austria con l'obiettivo di colmare il
crescente fabbisogno globale di formazione, ricerca e misure e tecniche aggiornate in materia di
lotta contro la corruzione.
L'International
Anti-Corruption Academy
(IACA), con sede a Laxenburg, formerà professionisti
del settore pubblico e privato per poter attuare in
modo più efficace
La convenzione,
che è entrata in vigore nel dicembre 2005, è il primo strumento internazionale
giuridicamente vincolante contro la corruzione. Si chiede ai firmatari di
attuare una vasta gamma di misure in aree come l'applicazione della legge, il
recupero dei beni e la cooperazione internazionale.
L'Accademia,
che è il risultato della collaborazione tra l'UNODC, l'Austria e l'Ufficio
europeo per la lotta antifrode, diventerà un'organizzazione internazionale a
pieno titolo nel 2011. Alcuni corsi sono già iniziati presso la sede.
http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=35809&Cr=corruption&Cr1=
(top)
Timor-Leste: il CICR dà il via al
programma educativo sulle leggi umanitarie internazionali
Dili,
23 settembre – Oggi, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e
“Il
nostro scopo principale è di avvicinare i giovani ai principi umanitari, come
ad esempio che la vita e la dignità umana siano rispettate costantemente,” ha detto Zurab Burduli, il capo-missione del CICR per Timor-Leste. “Il
programma Esplorando il Diritto Umanitario sarà inaugurato con una fase di
prova in determinate scuole medie nel 2011. Assieme alla Croce Rossa di
Timor-Leste, il CICR fornirà appoggio tecnico e accademico e contribuirà a
formare gli insegnanti.”
Il
programma sarà adattato dalle autorità educative di Timor-Leste al sistema
scolastico secondario del paese.
Il
programma Esplorando il Diritto Umanitario è una parte importante delle
attività sviluppate dal CICR a Timor-Leste per promuovere il diritto umanitario
internazionale. Attualmente, il CIRC è impiegato in 60
nazioni, con materiale didattico disponibile in 40 diverse lingue.
http://www.icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/timor-leste-news-230910
Neli
Stati arabi si discute per l’abolizione della pena di morte
di Cam McGrath
Alessandria d’Egitto, 22 settembre – Gli
attivisti per i diritti umani si sono dati
appuntamento questa settimana nella città portuale di Alessandria per
concertare l’adozione di strategie efficaci per indurre i regimi dei Paesi
arabi all’abolizione della pena di morte. Scopo dei due giorni d’incontri dei
gruppi delle società civili, arabi ed internazionali:
la concreta realizzazione delle raccomandazioni contenute nella prima
conferenza di Alessandria nel maggio 2008, che esortava gli Stati Arabi a
decretare una moratoria delle esecuzioni, quale primo passo verso l’abolizione
della pena capitale. Tale sentenza è prevista dalla legislazione di tutti i
Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA):
nell’anno scorso sono state decretate 860 sentenze di morte.
Negli ultimi vent’anni, a tali sentenze
alcuni stati come Marocco, Algeria, Tunisia non hanno
fatto seguire alcuna esecuzione. Ciò nondimeno, i tribunali di quei Paesi hanno
continuato ad emettere, per reati diversi, le sentenze capitali. Altri, come l’Egitto e
l’Arabia Saudita, hanno autorizzato la pena capitale per dozzine di crimini,
dal tradimento all’omicidio. Le esecuzioni procedono regolarmente mediante
impiccagione, decapitazione o fucilazione.
“Mentre nella maggior parte del mondo si
procede verso l’abolizione, la regione Nord Africa-Medio
Oriente registra il più alto numero di sentenze capitali pro-capite, perfino più elevato
che in Cina” ha dichiarato Marvat Reshmawy,
esperto in diritti umani.
Gli abolizionisti riuniti ad Alessandria
denunciano l’uso della pena di morte, sottolineandone
l’inefficacia come deterrente al crimine e definendola come una sorta di
vendetta di Stato. Essi sostengono inoltre che in molti Paesi arabi i crimini
capitali vengono dibattuti in tribunali speciali,
spesso a seguito di confessioni estorte con la tortura e senza alcuna garanzia
di un regolare processo.
http://ipsnews.net/news.asp?idnews=52932
(top)
Organismo ONU ad alto livello discute sicurezza
alimentare mondiale - Roma, 11-16 ottobre
Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2010 - Uniti
contro la fame
Rappresentanti governativi e
della società civile, responsabili delle agenzie ONU di Roma, rappresentanti di
altre organizzazioni ONU e intergovernative, celebrità internazionali saranno a
Roma per gli eventi collegati alla Giornata mondiale dell’alimentazione 2010 e
per la riunione della Commissione sulla sicurezza alimentare (CFS) 11-16
ottobre.
I documenti della 36°
sessione della CFS: http://www.fao.org/cfs/cfs-home/cfs-36/en/
Celebrazioni Giornata mondiale dell’alimentazione
Venerdì 15 ottobre
FAO Sala Plenaria – ore 9:30.
Intervento d’apertura del Direttore Generale della FAO Jacques Diouf - Discorso di Paul Kagame,
Presidente del Ruanda -
Discorsi del Presidente dell’IFAD, Kanayo F. Nwanze e della Direttrice Esecutiva del PAM, Josette Sheeran - Nomina dei
nuovi ambasciatori di buona volontà della FAO: Raul Bova (Italia), Celine Dion
(Canada), Sea Salonga
(Filippine), Susan Sarandon (USA) - Discorso del Rev. Jesse
L. Jackson, della Rainbow
Push Coalition - Concerto
per
Domenica
17 ottobre Run for Food - Corsa contro la fame –
Roma, Stadio delle Terme di Caracalla ore 10:00.
Martedì 12 ottobre alle ore 11:00 a Roma presso i Musei Capitolini Conferenza
stampa di presentazione. Per maggiori
informazioni: http://www.fao.org/getinvolved/worldfoodday/en/
L'Unione
Europea devolve €20 milioni all'IFAD per aumentare la sicurezza alimentare
nell'Africa occidentale a supporto delle politiche agricole regionali dell' ECOWAS
Roma/Abuja, 28
settembre - L'Unione europea (UE) ha fornito 20
milioni di euro al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), per
collaborare con
L'IFAD darà
attuazione al programma in stretta collaborazione con l'ECOWAS, l'Istituto di
Ricerca Internazionale per le Zone Tropicali Semiaride (ICRISAT) e con i
governi nazionali nel contesto di progetti in corso
nella regione finanziati dall'IFAD. Il programma mira ad aumentare la
disponibilità di varietà di sementi migliorate nella regione ECOWAS. Questo
aiuterà i piccoli agricoltori ad aumentare la produzione agricola e a produrre
cibo sufficiente a lungo termine per soddisfare le esigenze delle popolazioni
vulnerabili della regione.
I partner di
attuazione del programma collaboreranno con piccoli produttori di sementi,
organizzazioni di agricoltori e i Sistemi di Ricerca Agricola Nazionale sulle
colture alimentari basilari dell'Africa occidentale, cioè riso, mais, manioca,
arachidi e patata dolce.
IFAD operations in West and Central
Africa
Agricoltura urbana: produrre cibo in
città più verdi
Gli orti urbani forniscono prodotti
freschi, creano posti di lavoro e riciclano i rifiuti
Roma, 28 settembre - Per il 2025 le proiezioni
demografiche indicano che più di metà della popolazione dei paesi in via di
sviluppo - circa 3,5 miliardi di persone - vivrà in agglomerati
urbani. Per i governanti e gli urbanisti
dei paesi poveri che dovranno confrontarsi con questa sfida, città "più
verdi" potrebbero rappresentare una possibilità reale per assicurare
alimenti sani e nutrienti, mezzi di sussistenza sostenibili e migliori
condizioni di salute.
Il
concetto di "città verdi" è in genere associato alla pianificazione
urbana dei paesi più sviluppati. Ma ha un'applicazione speciale - e dimensioni economiche e
sociali assai diverse - nei paesi in via di sviluppo a basso reddito. La sfida
è far cambiar rotta all'urbanizzazione dalla strada insostenibile intrapresa,
promuovendo città più verdi che offrano agli abitanti
opportunità, possibilità di scelta e speranza. Vanno in questa
direzione, secondo
Nel
corso dell'ultimo decennio, Governi di 20 paesi hanno
chiesto l'assistenza della FAO per fornire incentivi, fattori produttivi e
formazione agli orticultori urbani a basso reddito.
http://www.fao.org/news/newsroom-home/it/
Gli Stati
Uniti donano 16 milioni di dollari alla FAO per
gli agricoltori pachistani colpiti dall'alluvione
Sementi e fertilizzanti verranno distribuiti nella regione nord-occidentale del
Paese per la stagione della semina
Islamabad/Roma, 23 settembre –
L'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale(USAID)
devolverà alla FAO 16 milioni di dollari da utilizzare per sostenere la
coltivazione del frumento, prevenire ulteriori perdite di bestiame e togliere
il fango dai sistemi di irrigazione in Pakistan, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, una delle più
colpite dalle inondazioni del mese scorso.
La donazione è di buon auspicio per il
raggiungimento dei 107 milioni dollari richiesti per
Più di 160 000 famiglie beneficeranno
della donazione USA, che consentirà di fornire sicurezza alimentare ad oltre 1,3 milioni di abitanti delle zone rurali. Il
programma pone particolare enfasi sulle donne, famiglie con capofamiglia donna e famiglie con bambini sotto i cinque anni.
http://www.fao.org/news/newsroom-home/en/
Il gruppo micro finanziario per il Sudan
meridionale apre una filiale a Wau
17
settembre – L’organizzazione micro finanziaria Finance Sudan questa settimana
ha ufficialmente aperto la sua filiale di Wau: è la
quinta da quando nel
“Stiamo
trasformando delle vite attraverso la finanza innovativa”, dichiara Robert Oketi, responsabile locale di Finance Sudan, dando il
benvenuto a ospiti e dignitari alla cerimonia del 15 settembre per
l’inaugurazione del nuovo ufficio a Wau, capitale
dello stato di Bahr al Ghazal
Ovest. “La micro finanza è molto più che un accesso ai finanziamenti: è un modo
per arrivare alla comunità”.
Finance
Sudan è un partner del programma per lo sviluppo economico tramite micro
finanza nel Sudan meridionale (GEMSS) finanziato da USAID e realizzato da ACDI/VOCA e AED. Il
programma intende rafforzare il settore finanziario della regione e favorire
l’accesso ai servizi finanziari per i proprietari di piccole attività e per le
persone a basso reddito.
“Vogliamo
vedere le donne che oggi vendono pane per la strada diventare le proprietarie
delle panetterie di domani”, afferma Tim Carson,
presidente di Finance Sudan e amministratore delegato di MicroAfrica
Group, di cui Finance Sudan è un’affiliata.
http://www.acdivoca.org/site/ID/news-Microfinance-Group-in-Southern-Sudan-Branches-to-Wau
Lo sviluppo attraverso il commercio
Da
quando l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) si è fatta carico degli
accordi commerciali con Africa, Caraibi e Pacifico (ACP), l’Unione Europea (UE) sta negoziando nuovi
accordi con i paesi dell’area ACP. Il 10 settembre, al Consiglio degli Affari
Esteri, i ministri hanno fatto il punto della situazione e hanno discusso il
modo di rivitalizzare il processo di negoziazione che dura ormai da diversi
anni.
I
nuovi accordi, denominati Accordi di partenariato economico (Economic Partnership Agreements- EPA), hanno come obiettivo
principale quello di promuovere il commercio e per suo tramite lo sviluppo
commerciale locale, la crescita sostenibile e la riduzione della povertà.
Questi nuovi accordi intendono inoltre favorire una graduale integrazione
economica mondiale per i paesi dell’area ACP attraverso gli investimenti
esteri.
I
paesi dell’area ACP sono stati raggruppati in regioni, così da avere accordi
focalizzati sulle specifiche esigenze locali. Gli accordi garantiscono un
libero accesso al mercato dell’UE senza dazi sull’esportazione, mentre i
mercati dei paesi dell’area ACP verranno gradualmente
aperti ai prodotti e ai servizi dell’UE. Per i paesi meno sviluppati sono
previste regole più vantaggiose.
http://www.consilium.europa.eu/showFocus.aspx?id=1&focusId=506&lang=EN
Forni solari
– Ruanda/Stati Uniti
Il progetto “Bake the Cycle” aiuta a interrompere il ciclo della povertà creando
occasioni di lavoro con cucine solari alle donne rimaste vedove
True Vineyard Ministries con base negli Stati Uniti fornisce opportunità
di lavoro sostenibili alle vedove e ai bambini colpiti dal genocidio, dai
conflitti seguiti e dall’HIV/AIDS in Ruanda. Il suo progetto “Bake the Cycle” sta aiutando a rompere il ciclo vizioso della povertà
fornendo lavori legati ai forni solari a dieci vedove che sostengono le
famiglie a Ruhengeri. Il forno fornisce diverse
varietà di pane a rivendite locali e a famiglie. Le donne usano un forno di
dimensioni commerciali Villager Sun
Oven® che raggiunge temperature di oltre 250° e può
cuocere centinaia di pagnotte di pane ogni giorno. Dispone di
un sistema secondario a propano per l’uso serale e durante i periodi di brutto
tempo.
In accordo con True
Vineyard Ministries il progetto sta già avendo dei
risultati concreti. “Per la prima volta nella vita delle vedove, esse sono in
grado di procurare cibo, vestiti, riparo e garantire l’educazione per le loro
famiglie.” www.truevineyard.org
http://solarcooking.org/newsletters/scrapr10.htm#Review
(top)
Andrea Camilleri firma la petizione
contro la fame 1billionhungry
Lo scrittore siciliano si aggiunge ad una lista di quasi un milione di persone
Roma, 8 ottobre - Andrea Camilleri si è unito
alla campagna della FAO 1billionhungry ed ha firmato la petizione che chiede ai
governi di tutto il mondo di fare della lotta contro la fame
la loro priorità e di dedicarvi maggiori risorse.
Lanciata
il maggio scorso, la campagna ha già raccolto quasi un milione di firme ed il prossimo 29 novembre sarà presentata ai governi in
occasione della riunione del Consiglio della FAO. Icona della campagna è un fischietto giallo
per esortare la gente a "fischiare" contro la fame.
Camilleri
è l'ultimo di una lunga lista di personalità del mondo
politico, della cultura, dello spettacolo e dello sport. Hanno già firmato la petizione 1billionhungry
tra gli altri, la scrittrice cilena Isabelle Allende, il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula
da Silva, l'attore inglese Jeremy Irons, la leggenda dell'atletica Carl Lewis,
il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il Presidente della Provincia di Roma Zingaretti, ed ancora Renata
Polverini, Presidentessa della Regione Lazio, il Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio Gianni Letta, e gli attori Raul Bova e Claudio Bisio
solo per citarne alcuni. Sala stampa online: http://www.fao.org/news/newsroom-home/it/
USA: l’Amministratore
Delegato di Facebook dona 100 milioni di dollari per
restaurare scuole
di Maria Di Mento e Caroline Preston
23 settembre – Mark Zuckerberg,
il 26enne amministratore delegato di Facebook, ha
annunciato che donerà 100 milioni di dollari per migliorare il sistema
scolastico pubblico di Newark, N.J. Il denaro, che proverrà dalle quote
azionarie di Facebook di Zuckerberg,
serviranno a istituire un fondo da lui pensato per
supportare l’iniziativa.Questa è la prima donazione
pubblicizzata dal giovane imprenditore, il cui valore s’aggira
intorno ai 6,9 miliardi di dollari secondo la rivista Forbes.
Nell’elenco del giornale, Zuckerberg occupa la
posizione 35 dei 400 Americani più facoltosi.
La donazione è importante anche in
quanto prima donazione di 100 milioni di dollari o più da parte di un
Americano della generazione di Zuckenberg. Per capire
quanto questo gesto significhi confrontato con altre cospicue donazioni, basta
consultare il Chronicle's annual
Philanthropy 50, un elenco dei filantropi più
generosi del paese. Conquesta donazione, Zuckenberg raggiunge il livello dei principali donatori
impegnati nel miglioramento delle scuole. (…)
http://philanthropy.com/article/Facebook-s-CEO-Gives/124580/
CARE annuncia la
donazione di un milione e mezzo di dollari da UPS per migliorare il soccorso
umanitario globale
La donazione aiuta a
potenziare la ong CARE con
base ad Atlanta per rispondere velocemente ai disastri in tutto il mondo
Atlanta, USA, 16 settembre - CARE, un’organizzazione
umanitaria con base ad Atlanta che combatte la povertà globale dando potere a
donne e ragazze, ha ricevuto una donazione di 1,5 milioni di dollari dalla
Fondazione UPS per promuovere la risposta dell’organizzazione alle emergenze in tutto il mondo.
La donazione di UPS comprende sostegno economico e di altro genere per
rafforzare la risposta di CARE ai disastri e l’impegno nel soccorso e
migliorare le sue capacità di gestione della catena di
forniture durante le emergenze. La donazione aiuterà inoltre a sostenere
Nel 2007,
http://www.care.org/newsroom/articles/2010/09/ups-care-partnership-donation-disaster-20100916.asp
Kirghizistan:
miglioramento dell’accesso all’acqua potabile
Osh, 16 settembre - Circa 7.000 persone di Monok e 10.000 di Kumarjan Datka, villaggi nei pressi della città di Osh, hanno un migliore accesso
all’acqua potabile: lo ha annunciato oggi il Comitato Internazionale della
Croce Rossa (CICR).
Anche prima che a giugno la violenza travolgesse il
sud del Kirghizistan, il CICR aveva già intensificato la sua presenza nella zona,
controllando la situazione e preparandosi a rispondere alle emergenze. Fin dal
primo giorno degli scontri il CICR è entrata in azione
per portare aiuti a migliaia di persone e distribuire acqua potabile. Successivamente, con un’opera di supporto tecnico, è stata
incrementata la capacità dei comitati locali per il controllo idrico.
“Entro la fine dell’anno intendiamo portare acqua
potabile ad altre 22.000 persone”, afferma Aleksandr Mailyan,
ingegnere idrico del CICR con base a Osh.
“Abbiamo un bellissimo rapporto di lavoro con il
comitato locale per il controllo idrico, ed è davvero gratificante vedere i
nostri sforzi comuni raggiungere risultati concreti”.
In Kirghizistan il CICR effettua
visite nelle carceri e porta avanti altre attività umanitarie dal 1999. Dal
2004 è attiva una rappresentanza a Bishkek e dall’inizio del 2010 un ufficio a Osh. Un secondo ufficio è stato aperto a metà anno a Jalalabad.
http://www.icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/kyrgyzstan-news-160910
Mali/Niger:
oltre 300.000 persone hanno ricevuto aiuti dal CICR durante la crisi alimentare
16 settembre - Le piogge dello scorso luglio hanno
offerto la possibilità di un raccolto più o meno
normale in Mali e in Niger, paesi entrambi colpiti da pesanti siccità negli
anni passati.
È dall’aprile di quest’anno che il CICR sta lavorando
per mitigare gli effetti della crisi alimentare nelle aree più colpite. Gli
operatori del CICR hanno acquistato a buon prezzo più di 36.000 capi di
bestiame, deboli ma ancora sani, dagli allevatori
locali. Col denaro ricevuto, gli allevatori hanno potuto comprare grano e altri
beni primari. Il bestiame viene macellato e la carne
commestibile viene distribuita ai gruppi più vulnerabili, come bambini di
strada e detenuti. Anche gli allevatori stessi ne sono in parte beneficiari. In
un’operazione di sussidio parallela, quasi 200.000 persone hanno ricevuto aiuti
per arrivare al raccolto successivo, o per nutrire gli animali rimasti.
Il CICR ha lanciato per la prima volta
quest’iniziativa di acquisto di bestiame in Somalia nel 2006, iniziativa che ha
aiutato a mantenere sotto controllo la crisi alimentare in Mali e in Niger,
rilanciando contemporaneamente l’economia locale. Tuttavia, con l’aumento
progressivo della desertificazione e la mancanza di
infrastrutture in un ambiente fortemente incline alla violenza, il futuro si
prospetta esposto alle intemperie.
Fortunatamente, i combattimenti tra i Tuareg ribelli e
le forze di sicurezza del governo in Niger si sono fermati.
Ciò ha consentito al popolo di tornare più facilmente alle occupazioni
consuete. Ma le persone di questi paesi sono soggette
a molte sofferenze e spesso sono costrette a ricominciare da zero con
pochissimi mezzi.
http://www.icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/mali-niger-tvnews-160910
(top)
ONU e Unione Africana inaugurano una task
force congiunta su pace e sicurezza
28
settembre – Le Nazioni Unite e l’Unione Africana hanno inaugurato una task force congiunta su pace e sicurezza, dimostrazione della
protratta cooperazione tra le due organizzazioni nella prevenzione dei
conflitti e nel preservare e costruire la pace in tutto il continente.
Ban e Ping hanno sottolineato in una
rassegna stampa di essere determinati a rafforzare la cooperazione esistente
tra le due organizzazioni al di là di "pionieristici sforzi congiunti in
Sudan, Guinea e Somalia”. Ban e Ping
hanno approvato i termini di riferimento della nuova task force,
che terrà le sue prime consultazioni questa settimana a New York;
contemporaneamente l’UA dichiarerà quest’anno “Anno
della Pace e della Sicurezza in Africa”.
Il
programma di lavoro della task force verrà delineato sotto la coordinazione del nuovo Ufficio ONU
presso l’UA e della Missione UA di Osservazione Permanente presso l’ONU.
http://www.africagoodnews.com/international-relations/un-and-african-union-launch-joint-task-force-on-peace-and-security.html
Dibattito ONU: l'Austria acclama segni
di progresso verso il disarmo nucleare
25
settembre - Lo scorso anno il mondo ha fatto importanti progressi verso il
disarmo nucleare, ma gli Stati Membri delle Nazioni Unite devono ora
approfittare di questo slancio e fare i primi passi verso una nuova era priva
di armi nucleari, ha dichiarato oggi il ministro federale austriaco per gli
Affari Europei ed Internazionali. Michael Spindelegger ha dichiarato, nel corso del dibattito annuale
ad alto livello dell’Assemblea Generale, che i 12 mesi
trascorsi dall’incontro ad alto livello del Consiglio di Sicurezza sul disarmo
sono stati i più positivi da dieci anni a questa parte.
Nei
primi mesi del prossimo anno aprirà a Vienna , la
capitale austriaca, un centro di competenza per il disarmo e la
non-proliferazione nucleare, finalizzato a promuovere discussioni aperte e
esperienze, monitoraggio e advocacy indipendenti.
http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=36197&Cr=DISARMAMENT&Cr1=
"War
Game. No More!" - “Non gioco più alla guerra!”
Verona, 14 settembre -“Non Gioco più alla Guerra” è
un progetto nato dalla collaborazione tra Centro Polifunzionale Don Calabria,
Caritas Italiana con Caritas Diocesana Veronese e Caritas Ambrosiana e
Associazione Confini Vaganti, coordinato da Nicola Rovetti, sulla
riabilitazione degli ex-bambini soldato attraverso il
gioco. Il progetto è finalista nell’importante premio internazionale Official
Shortlist e concorre sia
per il Beyond Sport Awards
Aiutare i bambini ex soldato del Congo a
reinserirsi nella società attraverso lo sport e il gioco, questo lo scopo del
progetto “Non gioco più alla guerra” sviluppato nel triennio 2008-2010 e che ha
visto una serrata collaborazione tra vari enti.
Dal suo inizio, il progetto ha coinvolto oltre 700
bambini ex soldato e 1000 bambini delle scuole
elementari di Kindu. Attraverso la sociomotricità si sono realizzate attività per i
bambini e formazione per gli insegnanti, ossia, si è usato quello strumento di
analisi e progettazione dell’intervento di gioco che permette di modulare le
relazioni sociali che il gioco mette in moto.
Prevaricazione, violenza, conflitto sono stati messi al bando e al loro posto i bambini hanno
imparato a socializzare, controllare il conflitto, rispettare l’altro.
A Chicago dal 27 al 30 settembre andranno
il dottor Nicola Rovetti ed il dottor Andrea Brunelli, i quali parteciperanno ad un Summit, nel corso
del quale sarà effettuata una selezione finale per ottenere dei riconoscimenti
e, si spera, anche finanziamenti.
www.caritas.vr.it;
ufficiostampa@caritas.vr.it
Il
Mini Mine Wolf di DanChurchAid
è ora operativo nella zona di Luena in Angola
8 settembre – Nel 2009
http://www.danchurchaid.org/news_publications/news/mini_mine_wolf_is_now_operational_in_angola
Vietnam:
linea telefonica diretta aiuta la denuncia di emergenza degli UXO
In
un paesaggio così duramente contaminato con i resti del conflitto
è frequente per le persone, nel corso del loro abituale girovagare, rinvenire
pezzi pericolosi di munizioni non esplose (UXO). Su come una persona reagisce rinvenendo un pezzo del genere può consistere la differenza
tra la vita e la morte. Rendendosi conto di questa minaccia per la comunità, il
MAG fornisce un numero telefonico diretto che consente a qualsiasi persona di riferire
direttamente l’ubicazione degli UXO che essi rinvengono.
Il
MAG (Mines Advisory Group,
ente morale inglese) nel 2007 aveva bonificato il territorio agricolo nel
villaggio di Tien, distruggendo nell’operazione 31 pezzi pericolosi. Tuttavia, il grado di contaminazione
nella provincia è così grande che non è possibile bonificare tutto il terreno
in un villaggio. Il risultato è che i componenti della
comunità continuano a trovare UXO sul terreno che non è stato ancora
bonificato. Quando essi lo trovano, telefonano al MAG e fanno un rapporto di
emergenza.
Nel
periodo di 12 mesi tra luglio 2009 e giugno 2010, il Mag ha ricevuto 115 di tali rapporti di UXO nella
provincia, 16 dei quali da questo villaggio.
http://www.maginternational.org/news/vietnam-quang-tri-uxo-telephone-hotline/
R.
D. del Congo: distrutti 100.000 armamenti
Si
è svolta a Kinshasa una cerimonia per dare risalto alla distruzione di 100.000
armamenti da parte del MAG (Mines Advisory
Group, ente morale inglese) in associazione con i Ministeri congolesi
dell’Interno, della Difesa e degli Affari Esteri. La cerimonia alla DRC General Police Inspection ha messo in evidenza una dimostrazione del progresso in atto –
per mezzo del quale il MAG ha addestrato i tecnici FARDC a controllare e
registrare gli stock in eccedenza prima di distruggerli – e la distruzione
simbolica di un fucile di assalto AK-47, illustrando alle personalità, ivi
inclusi i rappresentanti delle ambasciate USA, UK e olandese, come le armi
vengono rese inservibili per qualsiasi futura utilizzazione.
A
ciò ha fatto seguito la consegna di tre macchine punzonatrici per lanciare
ufficialmente la campagna di punzonatura delle armi alla quale il MAG si
aspetta di essere parte. (…)
Il
MAG è il più importante protagonista nel settore del CWMD nella RDC, operando
mano nella mano con le autorità congolesi dal 2006 per rendere la gestione
delle armi e delle munizioni più sicura e responsabile e per ridurre attualmente posti da depositi malamente conservati .
Noi
attualmente operiamo con un team mobile CWMD, un team
mobile per la valutazione dei depositi e un team per la distruzione con sede
alla Base Logistica Centrale nella capitale, su finanziamento dell’Ufficio del Weapons Removal and Abatement del Dipartimento di Stato USA e del Governo
olandese.
Tra
il 2006 e il giugno 2010 sono state distrutte oltre 105.000 armi e 670
tonnellate di munizioni.
http://www.maginternational.org/news/mag-drc-100000-weapons-destroyed-in-dr-congo/
(top)
Malawi: il
capo villaggio guida la battaglia per la salute materna
di Charles Mpaka
24 settembre, Lilongwe - A Ntcheu, un distretto rurale in
Malawi, gli abitanti hanno affrontato direttamente la lotta contro l’alta
mortalità materna nel paese. Hanno quasi sradicato la mortalità materna in
quell’area sollecitando le donne a partorire negli ospedali, sotto una
supervisione medica.
Il capo Kwataine, autorità
tradizionale di 89 villaggi del distretto, ha lanciato
una campagna sulla salute materna focalizzata in primo luogo sulle credenze
culturali associate alla gravidanza, come per esempio che il primo figlio deve
nascere in casa o che l’uomo di famiglia decide se la donna ha bisogno di un
controllo medico. Kwataine ha inoltre abolito nei
suoi villaggi la figura dei tradizionali assistenti alla nascita, convincendo
le donne a partorire negli ospedali.
Queste misure sono state diffuse attraverso una
capillare campagna sull’educazione sanitaria materna. In tutti gli 89 villaggi, da due a cinque esperti registrano tutte le
gravidanze informando le madri sulle migliori pratiche da adottare per raggiungere
il proprio benessere. Messaggi sull’importanza della salute vengono
scritti come promemoria sui muri delle case (…).
http://ipsnews.net/news.asp?idnews=52965
Rotary: collaborare per
migliorare la salute globale
di Ryan Hyland
Rotary International News, 17
settembre – Per aumentare la conapevolezza
dell’Iniziativa Globale per il Debellamento della Polio (Global Polio Eradication Initiative-GPEI) e
dei suoi successi, il Rotary International ha organizzato un workshop tenutosi
presso il Dipartimento dell’Informazione Pubblica dell'ONU/Conferenza delle ONG
a Melbourne (30 agosto-1 settembre).
Oltre 2.200 rappresentanti di organizzazioni non
governative (ONG) di 70 Paesi hanno partecipato alla
conferenza di tre giorni, il cui obiettivo è stato quello di intensificare il
sostegno per migliorare la salute globale e raggiungere gli Obiettivi di
Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.
Il workshop del Rotary, intitolato "Coordinamento
di una campagna pubblico-privata per la salute pubblica: l’Iniziativa globale
per il debellamento della polio," è stato
moderato dalla rotariana Jenny Horton con interventi
di Bruce Thorley dell’OMS e Lieven
Desomer dell’ UNICEF.
"La speranza era che i partecipanti capissero
come i partner possano collaborare, confrontando tutte le sfide e al tempo
stesso prevenendo l’invalidità e la morte di bambini colpiti da polio" ha
detto Norton, socia del Rotary Club di Kenmore, Queensland, in veste di consulente OMS. (...)
Horton ha affermato che il workshop ha sottolineato
come i programmi GPEI (Global Polio Eradication Initiativce) abbiano aumentato l’immunizzazione di routine,
contribuito a sviluppare sistemi di vigilanza della malattia e fornito una
struttura di cui hanno beneficiato altri interventi sanitari. E ancora: "Vedere e sentire cosa si sta facendo per debellare
la polio da parte di molte ONG è stato stupefacente. Avere una visione
più ampia per costruire partnership che facciano
raggiungere un obiettivo ed assicurino la partecipazione della comunità è il
miglior modo per raggiungere il miglior risultato."
Infermiera abilitata e volontaria per la campagna STOP
(Stop the Transmission of
Polio), Horton ha diretto attività di monitoraggio
della polio e campagne di immunizzazione in Botswana,
Etiopia, India, Nigeria, e Pakistan. (...)
http://www.rotary.org/en/MediaAndNews/News/Pages/100917_news_ngo.aspx
L’autogestione dell’HIV
tra gruppi di pazienti del Mozambico sgrava il sistema sanitario già saturo
Il programma ha anche
reso più facile ai pazienti residenti nelle aree più isolate di ricevere le
medicine, pagando solamente il trasporto
16 settembre – In Mozambico, ci sono meno di 5 dottori per 100.000 persone e l’11,5 percento della
popolazione adulta è affetta da HIV. Nelle zone rurali, i centri medici sono
scarsi e distanti tra di loro. Queste spaventose circostanze hanno costretto l’MSF a riconoscere la necessità di ottimizzare l’uso delle
scarse risorse esistenti e d’insegnare ai pazienti a fornirsi supporto l’un
l’altro. All’interno del progetto HIV dell’MSF, nel
distretto di Tete, nel nord del Mozambico, i pazienti
sono divisi in gruppi di circa sei perone che vivono vicino tra loro. Ogni
mese, i gruppi scelgono una persona che si rechi al centro sanitario per
ritirare le nuove scorte di farmaci antivirali (ARV). Al loro ritorno, i
rappresentanti distribuiscono le medicine ARV agli altri membri dei propri
gruppi. I rappresentanti verificano anche che i compagni abbiano assunto
correttamente le medicine in modo da comunicarlo al centro medico.
“Questo modello ha permesso di dare respiro al sistema
sanitario, poiché meno pazienti dovranno fare la fila per ottenere le medicine,” ha spiegato Tome Decroo,
Responsabile Medico dell’MSF a Tete. C’è la
possibilità di dare una spinta notevole alla
diffusione dei farmaci ARV (qualcosa che è estremamente necessario in un posto
come il Mozambico, dove solo una persona su tre riceve effettivamente le medicine).”
Questo modo di fare ha reso anche più semplice per gli
abitanti delle aree più isolate di ricevere le medicine, in
quanto devono pagare solamente per il trasporto del capo-gruppo e non
devono sacrificare un giorno di lavoro per andare al centro sanitario. Un altro
vantaggio è che permette ai membri del gruppo di supportarsi a vicenda in caso di necessità per le ferite associate all’HIV/AIDS.
CARE investe
1,8 miliardi di dollari per migliorare la salute materna, dei neonati e dei
bambini entro il 2015
Washington D.C., 16 settembre - Oggi l’organizzazione umanitaria CARE ha annunciato che investirà
1,8 miliardi di dollari per incrementare i programmi a salvaguardia
della salute materna, dei neonati e dei bambini in oltre 30 paesi nei prossimi
5 anni. Questo investimento aumenterà l’impegno di CARE all’interno del
programma delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo
del millennio (United Nations Millennium Development Goals, MDG) sulla riduzione della mortalità materna e
infantile entro il 2015 e sosterrà
Come principale organizzazione che si batte contro la
povertà globale dando maggiore importanza al ruolo di
donne e bambine, CARE ha posto come suo obiettivo principale quello di ridurre
la mortalità materna, dei neonati e dei bambini.
Con più di 50 anni di
esperienza e successi nello sviluppo e nell’attuazione dei programmi sanitari
materni e infantili, CARE sostiene le donne più vulnerabili con servizi ed
informazioni influendo anche sulle politiche affinché gravidanza e nascita
siano assicurati come diritti umani di base.
http://www.care.org/newsroom/articles/2010/09/care-mdg-maternal-newborn-child-health-20100916.asp
MSF aumenta
la sua attività in Pakistan per fronteggiare l’emergenza delle malattie
trasmesse dall’acqua nei villaggi meridionali colpiti da nuove inondazioni
8 settembre - Sono passate più di cinque settimane da
quando le prime inondazioni hanno colpito le regioni a nord del Pakistan e ora
le squadre d’emergenza di medicina, del controllo dell’acqua e della salvaguardia della salute di Medici Senza Frontiere (MSF)
hanno esteso le loro operazioni anche al sud di Punjab
e nella provincia di Sindh, duramente colpita dalla
catastrofe, dove milioni di persone sono rimaste senza tetto.
Le squadre si affrettano a creare nuove basi a
Hyderabad e a Sukkur, per poter raggiungere le
comunità inondate dalla parte opposta del Fiume Indus,
dove è necessario intervenire velocemente per evitare la diffusione di malattie
trasmesse dall’acqua, la malnutrizione e per offrire rifugi sicuri. Le priorità
di MSF comprendono l’approvvigionamento idrico, le cure mediche per la
disidratazione e la diarrea acuta, la distribuzione di prodotti essenziali non
alimentari e di rifugi provvisori.
Niger, massiccio intervento di Medici Senza Frontiere per combattere la
malnutrizione infantile
MSF ha curato 77.000 bambini gravemente malnutriti e ha distribuito
integratori alimentari a 143.000 bambini. La prevenzione è cruciale nelle crisi
nutrizionali cicliche
Niamey/Roma, 8 settembre - Ogni anno la
popolazione del Niger è colpita da una crisi nutrizionale che raggiunge il
culmine tra maggio e settembre. La portata della crisi quest’anno è
particolarmente preoccupante e per questo più di 77.000 bambini affetti da
malnutrizione grave sono già stati curati nei 69
centri nutrizionali supportati da MSF e i suoi partner locali FORSANI (Forum Santé Niger) e BEFEN/ALIMA (Bien-être
de
Oltre a fornire le cure ai
bambini gravemente malnutriti, MSF sta distribuendo integratori alimentari
pronti all’uso a più di 143.000 bambini. La distribuzione di integratori
alimentari su larga scala effettuata quest’anno, rappresenta un cambiamento
positivo importante nella risposta preventiva alle emergenze nutrizionali in
Niger. Per informazioni: Ufficio Stampa MSF Italia, tel. 06.4486921 -
335.8489761 - 349.8132110.
Energia e sicurezza
(top)
Seconda
Conferenza Nazionale sull'efficienza energetica - Roma, 19 ottobre
h 9:00 - 18:30, Sala delle Conferenze, Piazza
Montecitorio, 123/A
Pompe di calore per la
climatizzazione a ciclo annuale che sfruttano l’energia rinnovabile a bassa
temperatura; cogenerazione distribuita ad alto rendimento; impianti a ciclo Rankine organico per generazione elettrica da recupero
calore di processo; integrazione di solare termico e caldaie ad alta
efficienza; teleriscaldamento; isolamento termico degli edifici; veicoli
passeggeri e merci ad alta efficienza; servizi per la diagnosi e il risparmio
energetico: sono solo alcune delle proposte dell’industria italiana che si
stanno affermando -anche a livello internazionale- in un paese privo di fonti
fossili e dal territorio scarso e delicato sotto il profilo ambientale e
paesaggistico. Un paese che ricerca una maggiore competitività
anche riducendo i costi esterni ambientali, che vuole
risparmiare sui costi dell’energia, ridurre le emissioni di gas serra, e che
vede nuove prospettive per un’ occupazione stabile e qualificata. Vai
al programma e scarica la scheda di registrazione
http://www.amicidellaterra.it/adt/
Cucinare col sole in Tibet
La popolazione rurale
dell’altopiano tibetano si affida pesantemente a combustibili a biomassa, in
modo particolare sterco e legno per cucinare e per riscaldarsi. Questi
combustibili causano inquinamento dell’aria domestica, contribuendo al
cambiamento climatico e perpetuano uno squilibrio tra i sessi dal momento che le ragazze spendono lunghe ore per
raccogliere il combustibile mentre i ragazzi frequentano la scuola.
One Earth
Designs
(OED), una organizzazione no-profit con sede negli
Stati Uniti, ha sviluppato un nuovo strumento solare per ridurre la dipendenza
da tali combustibili in questa regione. Tale strumento, chiamato SolSource
OED ha lavorato con le
comunità rurali nella regione Himalayana per progettare il SolSource
http://solarcooking.org/newsletters/scrapr10.htm#Review
Applicazione dell’energia solare: Fiji/Kiribati/Tuvalu
Nel 2007
Sono state
addestrati alla cottura solare quattro gruppi di donne da parte del Ministero
del Lavori Pubblici e della Pubblica Utilità di Kiribati e i gruppi membri sono
stati allora autorizzati a usare i forni per un periodo di diverse settimane
per verificarne l’utilità per i cibi locali e per registrare riduzioni nel
consumo di combustibili tradizionali per cucinare, particolarmente di kerosene.
Un progetto similare è stato condotto a Tuvalu nell’autunno del 2008.
In collaborazione con
l’Università Ferris
http://solarcooking.org/newsletters/scrapr10.htm#Review
(top)
In un anno
l’industria postale mondiale ha ridotto le proprie emissioni di CO2 di oltre
mezzo milione di tonnellate
L’industria,
nel primo anno di valutazione della sostenibilità, è a un terzo del cammino
verso l’obiettivo previsto per il 2020. Da: International Post
Corporation
Bruxelles, 24 Settembre-
L’industria postale riferisce oggi di aver ridotto, nel 2009, sulla base dei
dati dell’anno precedente, la propria emissione di CO2 di oltre mezzo milione
di tonnellate. I risultati sono stati pubblicati nel Postal Sector Sustainability
Report 2010, pubblicato oggi dall’International Post Corporation (IPC).
Si tratta dell’EMMS (Environmental
Measurement and Monitoring
System), programma lanciato in occasione del rapporto sulle valutazioni di
riferimento della stessa industria, presentato al 2009
UN Climate Change Conference (COP15) di Copenhagen. In quell’occasione
l’industria postale si presentò come la prima industria di servizi globali capace di
adottare su 360° il tema della sostenibilità, stabilendo, sulla base delle
cifre del 2008, una riduzione delle
emissioni del 20% entro il 2020 ( il cosiddetto ‘20/2020 target’).
In questo primo anno di monitoraggio, i 20 operatori postali partecipanti registrarono tutti un
miglioramento nei dati gestionali della CO2, con una riduzione complessiva di
597.000 tonnellate, a fronte di un’emissione complessiva del settore postale di
8,63 milioni di tonnellate nel 2009. La riduxzione
registrata rappresenta dunque più della metà di quella richiesta in vista del 20% da raggiungere nel 2020, come concordato a
Copenhagen.
L'estremo oriente russo
ospita importante festa delle tigri prima del summit
Vladivostok, Russia, 24 settembre – Ogni anno l’ultima
domenica di settembre, la città di Vladivostok diventa tigrata. Quest’anno,
ospitando come ogni anno
Durante il summit,
L’edizione di quest’anno della Giornata della Tigre include inoltre come ospiti di riguardo alcuni
membri della spedizione giovanile russo-tedesca “Sulle orme della Tigre”. La
spedizione unisce giovani sostenitori della tigre dai 18
ai 24 anni e comprende anche giornalisti e membri dello staff WWF di entrambi i
Paesi.
http://wwf.panda.org/?195128/Russia-Far-East-hosts-major-tiger-party-ahead-of-summit
In Brasile il minacciato
Cerrado ottiene piano di protezione
Brasilia, 22 settembre – Il governo brasiliano ha
annunciato la scorsa settimana un nuovo piano per proteggere il Cerrado, un’enorme distesa di savana con diversità
biologica seriamente minacciata dallo sviluppo illegale. Il Piano Cerrado prevede, nei prossimi due anni, l’investimento di
200 milioni di dollari di fondi federali per la savana
mista a boschi, che copre il 21% della massa continentale del Brasile, un’area
quasi equivalente alla superficie della Groenlandia. Sebbene
molti lo ignorino, numerosi importanti affluenti del Rio delle Amazzoni nascono
nel Cerrado, che inoltre nutre il maggior pantano del
mondo, il Pantanal.
Il piano verte sul ripristino dei punti più
vulnerabili della savana – zone che presentano alti tassi di deforestazione,
ricca biodiversità ed importanti risorse di acqua
potabile.
Gli obiettivi includono la creazione di 25 kmq di parchi nazionali ed altre aree protette,
omologazione e demarcazione di 5,8 milioni di ettari di terreni indigeni, ed un
piano di uso del terreno che bilanci esigenze ambientali ed economiche.
In questo contesto, un ruolo
chiave è giocato dal quadro legale che riguarda i servizi ambientali forniti da
quest'area area ricca di risorse. Gli studi dimostrano che quasi il 90% dei
Brasiliani consuma energia che si genera nella regione, gran parte della quale
proviene da zone protette. Attualmente poco più dell’8% del Cerrado
è ufficialmente sotto la tutela del Governo. Ed entro la fine del 2010, il
nuovo impegno tutelerà un ulteriore 15% della savana,
compresi i territori indigeni inclusi nel piano stesso.
http://wwf.panda.org/wwf_news/news/?195072/Brazils-threatened-Cerrado-gets-a-protection-plan
Giudice federale ferma i
piani per nuovi moli e attracchi per barche sul lago Tahoe
La vittoria decisiva assicura che
i piani di sviluppo si atterranno ad elevati standard
Sacramento, California, 17 settembre - Con una decisione storica
che influenzerà tutti i futuri piani di sviluppo a Lake Tahoe, un giudice
federale della Corte Distrettuale ha bocciato giovedì un piano per consentire
l'aggiunta di nuove banchine, rampe per barche, boe e servizi per la nautica
lungo le coste del lago. Il giudice Lawrence K. Karlton della Corte Distrettuale di Sacramento si è
pronunciato a favore della Lega per la salvaguardia del Lago Tahoe, e del
Sierra Club, rappresentati dallo studio legale non-profiy
Earthjustice, rimandando indietro all'Agenzia di
Pianificazione Regionale il piano di sviluppo delle sue coste.
Nel novembre 2008, i due gruppi avevano citato in giudizio
l'Agenzia di Pianificazione Regionale allo scopo di rivedere dal punto di vista
di salvaguardia dell'ambiente il piano di sviluppo
delle coste del lago che avrebbe consentito la costruzione di 138 nuove
banchine, migliaia di nuove boe e di servizi per la nautica. Questo avrebbe
messo a repentaglio la qualità dell'acqua e dell'aria con l'aumento del
traffico delle imbarcazioni di oltre 62.000 unità ogni anno; a rischio anche
l'accesso al lago a causa della costruzione delle nuove infrastrutture e la
successiva fruizione. Inoltre, avrebbe scoraggiato la
nautica non motorizzata e l'accesso pubblico alla spiaggia. A
seguito della decisione di giovedì, molte miglia di costa del lago Tahoe
resteranno intatte e utilizzabili da tutti gli utenti.
(top)
Appello dei capi religiosi inglesi per
la liberazione dei sette dirigenti baha’i iraniani
comunicatostampa@notiziebahai.it, 7 ottobre - Il dottor Kishan
Manocha, responsabile degli affari esterni della
comunità baha’i del Regno Unito
ha informato l'Assemblea Spirituale Nazionale dei Baha'i
d'Italia che i più importanti capi religiosi della Gran Bretagna hanno chiesto
il rilascio dei sette dirigenti baha’i che stanno
scontando pene detentive in Iran.
Una
dichiarazione dei capi religiosi del Regno Unito, che descrive la condanna dei
sette come una «grave violazione del fondamentale diritto umano alla libertà di
religione», è stata firmata, tra gli altri, dall’Arcivescovo di Canterbury,
capo della comunità mondiale anglicana, dall’Arcivescovo cattolico di
Westminster, dal Rabbino Capo delle Congregazioni ebraiche unite del
Commonwealth e dal Vice-Segretario generale del Consiglio musulmano della Gran
Bretagna.
La
dichiarazione rileva che, nonostante le richieste della comunità internazionale
che invitavano le autorità iraniane a seguire «norme umanitarie e legali», i
sette sono stati condannati «per motivi che, a parere di tutti gli osservatori
indipendenti, riguardano unicamente alla loro fede».
I
sette dirigenti baha’i erano
membri di un gruppo nazionale, noto al governo iraniano, che aiutava a
provvedere alle minime necessità spirituali della comunità baha’i
iraniana, che conta 300.000 seguaci. Per visualizzare le immagini si vada a:
http://news.bahai.org/story/795
Direttivo
EYCE fa visita al Concilio Interreligioso in Bosnia-Erzegovina
Bruxelles, 30 settembre - L'Ecumenical
Youth Council in Europe è una forte rete di giovani cristiani che promuovono
l'unità della Cristianità attraverso tutta l'Europa. Durante una visita di
pianificazione e divulgazione a Sarajevo, il gruppo direttivo della Campagna
triennale contro il Fondamentalismo di EYCE si è riunito lunedì con lo staff
del Concilio Interreligioso in Bosnia-Erzegovina.
Durante l'incontro il team ha avuto l'opportunità di
illustrare la campagna allo staff del Concilio e di invitare i giovani del Concilio stesso a interessarsi
maggiormente alla campagna, che sta per iniziare il terzo anno di attività.
EYCE auspica che i giovani networks saranno più
coinvolti in diversi modi, tra cui la partecipazione ai seminari,
l'organizzazione di proprie iniziative locali relative alla loro esperienza con
atteggiamenti fondamentalisti, e contribuire con articoli per la pubblicazione Fundamental Issues, di prossima
uscita.
Di rimando, il direttivo ha avuto notizie dal leader
del programma giovanile del Concilio, Bozana Katava, in merito al lavoro del
Concilio e in particolare sulle attività con gruppi di giovani provenienti da
un'ampia varietà di religioni e confessioni, teologiche e non teologiche. Il team è stato
incoraggiato ascoltando la grande energia e l'entusiasmo che questi giovani
stanno trasmettendo nei loro incontri e iniziative interreligiose, e spera in ulteriori collaborazioni con il Concilio e il network
giovanile nei prossimi anni, oltre che nella preparazione del seminario finale
della campagna, che è stato programmato in Bosnia-Erzegovina per l'autunno
2010.
http://www.eyce.org/modules.php?op=modload&name=PagEd&file=index&topic_id=15&page_id=878
Consultazione
internazionale cristiano-musulmana "Trasformando le comunità"
Ginevra, 1-5
novembre
Leader musulmani e cristiani, oltre che studiosi ed
esperti interreligiosi si riuniranno a Ginevra per la consultazione
internazionale “La trasformazione delle comunità: Cristiani e Musulmani nella
costruzione di un futuro comune”. La consultazione è stata pianificata
congiuntamente, finanziata e indetta dal Concilio Mondiale delle Chiese (WCC) e
diverse organizzazioni musulmane.
I 60 partecipanti più gli
ospiti si occuperanno di tre questioni chiave nel contesto attuale delle
relazioni cristiano-musulmane:
• Oltre la maggioranza e la minoranza
• Dal conflitto alla giustizia compassionevole:
costruire le ecologie della pace
• Imparare a superare gli ostacoli; formulare
strumenti educativi per risolvere i problemi
La consultazione intende identificare e affrontare
problemi di comune interesse e fornire una guida per favorire la cooperazione
tra Musulmani e Cristiani ad ogni livello, inclusi gli
approcci ad ispirazione religiosa per l'azione congiunta cristiano-musulmana.
Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC): una
confraternita di 349 chiese alla ricerca dell'unità, di una testimonianza
comune e di servizio cristiano. WCC si occupa di dialogo e cooperazione
interreligiosa.
http://www.oikoumene.org/en/news/events/ev/se/article/1734/muslim-christian-conferen.html
Settimana
interreligiosa
Promuovere le
relazioni interreligiose – Mettere in luce il contributo delle religioni nella
costruzione delle comunità – Accrescere la comprensione tra le religioni e la società
http://www.interfaithweek.org/
Cultura e educazione
(top)
Il Rotary contribuisce a
promuovere la pace e la comprensione con l'istruzione
Evanston, Ill., USA, 21 settembre - Il Rotary ha
un approccio diretto alla comprensione mondiale offrendo a futuri leader il bagaglio
necessario per "dichiarare la pace" su scala globale con il suo
programma dei Centri Rotary per
Gli interessati asl programma possono far domanda tramite i club
Rotary locali. Le domande per i corsi del 2012-13 potranno essere scaricate dal
sito Rotary nel gennaio 2011 e dovranno essere presentate alla Rotary Foundation entro il 1° luglio 2011. Per partecipare alla
selezione, i partecipanti debbono avere una laurea di
primo livello, avere un'esperienza almeno triennale presso agenzie
internazionali, organizzazioni governative e non, istituzioni commerciali o
accademiche; essi dovranno inoltre dimostrare un impegno per la pace e la
comprensione internazionale svolto con iniziative di volontariato, accademiche
e professionali.
Contatto: Sandra Prufer: sandra.prufer@rotary.org; Kiki Melonides:
kiki.melonides@rotary.org
Attribuito dall’USAID un premio di 10 milioni di
dollari all’EDC per la sua attività nel campo dell’educazione elementare e
dell’addestramento professionale
in Honduras.
Newton, MA, USA, 3 settembre – l’EDC (Education Development Center, Inc) riceverà nei prossimi quattro anni 10 milioni di
dollari per la
sua opera nell’educazione di base e nell’addestramento tecnico professionale a
favore dei giovani a rischio in Honduras. Il programma, denominato Honduras
MIDEH, Improving Impact of Student Performance, è stato finanziato da USAID (US Agency for International Development) come parte della serie di progetti di sviluppo e preparazione della mano d’opera EQUIP3. In
questo contesto, EDC fornirà programmi educativi di
base e sistemi di training tecnico aggiornati per migliorare la preparazione
dei giovani in procinto di entrare nel mondo del lavoro. Offrirà inoltre
assistenza a Educatodos, un programma alternativo di educazione
elementare e secondaria per bambini e giovani fuori corso scolastico. Già nel
2000 EDC contribuì all’implementazione del programma Educatodos,
diventando da quel momento parte integrante del sistema educativo honduregno.
Oltre al supporto a Educatodos,
EDC intende stabilire collaborazioni con settori privati, offrendo ai giovani opportunità di addestramento al fine di
conseguire certificati di idoneità lavorativa, preziosi strumenti per
assicurarsi un impiego nel mercato locale del lavoro.
Summit
su Pace e Guerra - 25-30 ottobre, Case Western Reserve
University, Cleveland, USA
Notiziario NPA, ottobre - L'Accademia Nazionale per
Il summit sarà articolato su sette panel
diversi disegnati per stimolare conversazioni innovative
relativa alla pace e alla guerra. I temi del summit verranno
esplorati anche tramite la poesia, drammaturgia, concerti e mostre d'arte, e da
una cerimonia di dedica di Peace Pole.
http://www.case.edu/provost/inamori/peacesummit/
Bioneers a Findhorn
– “Soluzioni Innovative per
Ecovillaggio di Findhorn,
Scozia, 30 ottobre – 2 novembre
Alla conferenza: storie di ‘buone notizie’ di
sviluppi all’avanguardia nella sostenibilità sociale e ambientale; incontri con
i dirigenti mondiali di primo piano nei rispettivi settori; conoscere i loro
approcci innovativi ed olistici che supportano il
benessere di ogni forma di vita.
I Bioneers a Findhorn offriranno un insieme bilanciato di presentazioni
ispiratrici, momenti di approfondimento, esercitazione, dialogo, integrazione e
opportunità uniche di collegamenti. Verranno
presentati oratori in sedute plenarie e attività di costruzione di comunità al
mattino, e un’ampia varietà di seminari di maggiore approfondimento nel
pomeriggio. Alla
sera ci si troverà insieme per attività culturali di musica e danza.
Corso di formazione CIPSI "La progettazione
interculturale", Roma, 4 e 5 novembre
Il prossimo corso CIPSI in programmazione riguarda la progettazione
interculturale. Il corso si svolgerà a Roma, in via delle Carine 4, il 4 e 5 novembre
2010.
Le tematiche
trattate saranno: la definizione del concetto di intercultura, le applicazioni
a livello operativo, i target dell’intercultura e le fonti di finanziamento dei
progetti di intercultura. Verrà inoltre introdotto un
caso studio che servirà per le esercitazioni pratiche di gruppo proposte.
Docente del corso sarà Paola Berbeglia.
Scadenza delle iscrizioni
giovedì 28 ottobre 2010. Email: formazione@cipsi.it
http://www.cipsi.it/cipsi/master/index.asp?FRFX=0&attivo=3&Wscreen=1506
* * * * * * *
Editoriale:
di Sergio Tripi*
Nell’aprile del 1945 i rappresentanti di
cinquantuno nazioni si riunirono a San Francisco per delineare
una convenzione per una organizzazione internazionale che contribuisse alla
costruzione di un pianeta in pace e rappresentasse il meccanismo per favorirne
l’attuazione. Oggi, come gli studenti di scienze politiche ben sanno,
Questa domanda me la pongono spesso gli studenti all’università,
il pubblico alle conferenze, amici, conoscenti. Per cercare di rispondere
seriamente, è necessario partire da questa ‘contro-domanda’: cosa fanno gli
Stati membri dell’Onu per mettere questa
organizzazione planetaria nelle condizioni di poter risolvere questi problemi?
Molti ritengono che l’Onu sia responsabile della situazione mondiale, ma non si
rendono conto che essa è un’organizzazione formata da governi nazionali e che, in quanto tale, può agire soltanto in funzione di due
fattori fondamentali espressi dagli Stati membri: la delega di autorità che
essi sono disposti a conferirle, e le risorse che essi sono disposti a metterle
a disposizione. In ultima analisi, il problema è tutto qui. Nel porre la
valutazione dell’efficacia dell’Onu in quest’ottica, si è sorpresi nel constatare che tutti
concordano sul fatto che la delega di autorità è conferita con molta parsimonia
e le risorse sono accordate col
contagocce.
Oggi, di fronte ai gravi problemi ambientali e sociali di
carattere globale, si può cogliere una nuova disponibilità degli Stati membri
ad assegnare all’ONU un ruolo di coordinamento e di guida nell’impostazione
dell’opera necessaria per affrontare gravi problemi come la povertà,
l’analfabetismo, l’inquinamento ambientale e malattie minacciose come l’Aids.
In generale, però, per quanto riguarda lo stanziamento di risorse per lo
sviluppo, i Paesi del mondo occidentale, tranne poche eccezioni, continuano nel
loro atteggiamento restrittivo e miope. Quarant’anni fa, fu precisato che
sarebbe stato sufficiente lo 0,7% del PIL dei Paesi industrializzati per
sconfiggere questi problemi; ma dopo così tanto tempo,
non siamo nemmeno a metà strada! E le eccezioni rappresentate da paesi generosi
come Danimarca, Olanda e Svezia sono molto apprezzabili per l’entità della
percentuale del PIL assegnata alla Official
Development Assistance, ma
sono piuttosto marginali quando sono considerate nel loro valore assoluto.
Tutto ciò si riflette sulle condizioni oggettive dei gravi problemi con cui
l’Onu si confronta, condizioni che diventano più difficili in
quanto quegli stessi problemi, affrontati solo parzialmente per mancanza
di risorse adeguate, tendono ad opporre una maggior resistenza agli interventi
e sono causa di nuovi effetti collaterali. Inoltre, questo stesso atteggiamento
“parsimonioso” degli Stati membri produce ritardi a volte cronici
nell’erogazione dei contributi dovuti annualmente all’Onu per il suo stesso
funzionamento. Quindi, di fronte alla comunità mondiale è questa la domanda che
prevale su tutte le altre domande: saranno disposte le nazioni sovrane a
rinunciare ad interessi nazionalistici e ad obiettivi
ristretti allo scopo di operare insieme per stabilire un mondo di equità e di
progresso? I pessimisti tra noi diranno di no. I realisti diranno che non c’è
altra scelta e prima è, meglio è.
Nei
65 anni da che l’Organizzazione delle Nazioni Unite è
stata fondata, il mondo è cambiato drasticamente. Con 141 nuovi stati membri,
la mappa politica ha dovuto essere ridisegnata, le risorse naturali non sono
più abbondanti e a buon mercato, ed è chiaro che le economie nazionali
dipendono ora dall’economia globale. I diritti umani
sono emersi con un significato più profondo che mai, mentre l’umanità va
lentamente aprendosi ad una nuova consapevolezza:
quella della sua intrinseca unità. Fatta eccezione, però, per una illuminata e crescente minoranza che va da tempo
affermando che nuovi valori e quindi nuovi comportamenti debbono essere
espressi dall’umanità se vogliamo finalmente costruire un mondo basato su retti
rapporti e responsabilità condivise, l’opera dell’Onu è conosciuta dal grande
pubblico solo marginalmente e solo in situazioni di drammatiche emergenze.
Eppure, mai come in quest’ultimo decennio le Nazioni Unite hanno richiamato l’attenzione del
mondo su problemi potenzialmente esplosivi e disastrosi come l’inquinamento
globale, la desertificazione, la fame, la crescita demografica, i diritti
umani, lo stato della donna, la difesa dei bambini, per menzionare soltanto
alcune aree in cui l’Onu sta lavorando con maggiore intensità. Tutte queste
attività cominciano infine ad ottenere un po’ di
attenzione da parte dei mezzi di comunicazione di massa, ma non sono ancora
presenti nella coscienza pubblica,
Qualche considerazione sui maggiori problemi del nostro tempo
Un’analisi dei principali risultati ottenuti negli scorsi decenni
nella lotta ai cruciali problemi della nostra epoca pone in evidenza il ruolo
positivo dell’Onu, massima organizzazione globale che si batte contro queste
gravi situazioni fin dalla sua stessa costituzione. Naturalmente, gli artefici
dell’evolversi positivo di situazioni drammatiche sono gli stessi Stati membri,
ma il ruolo guida delle Nazioni Unite è stato preziosissimo e spesso determinante.
Sicurezza - L’emergenza di questo decennio - la
difesa della sicurezza - ha fatto emergere la necessità di un consenso all’uso
limitato e ben definito della forza in chiave di difesa della
pace e di mantenimento della sicurezza. Una parte significativa
dell’opinione pubblica mondiale (me compreso) considera che l’ottica corretta per
rispondere ad estreme necessità di questo genere sia quella che vede assegnare
al più alto consesso dei popoli esistente sul pianeta, l’Onu appunto, il
compito della valutazione e la responsabilità politica degli interventi, da
attuare con forze di coalizioni poste sotto il suo controllo politico. Sul terrorismo si è detto e scritto
molto e l’elemento ricorrente, soprattutto in questi ultimi tempi, è che questa
terribile minaccia mondiale va affrontata da tutta la comunità mondiale. In
effetti, potremmo mai immaginare che questa terribile piaga, che esprime un
perverso fanatismo omicida che trova proseliti nelle terribili condizioni
sociali che il mondo continua ad alimentare in alcune aree del mondo, possa
essere sanata da qualcosa di meno che dall’intera comunità del pianeta? Quale
dubbio si può mai avere sul pensiero che, in un mondo interdipendente, la
risposta a lungo termine al terrorismo debba esprimere nuove forme di sinergia
tra le nazioni sia sul piano della sicurezza che sul
piano della risposta a situazioni endemiche scatenanti quali la fame, la
privazione dei diritti umani, la povertà estrema, l’analfabetismo?
Fame - Per quanto riguarda la piaga della
fame, il dato più drammatico è che oltre un miliardo di persone vive in povertà
estrema, cioè con meno di un dollaro al giorno. Ma per
una valutazione di questa piaga, il quadro da tener presente è costituito
dall’andamento della
situazione generale riflesso dai dati storici di mezzo secolo e da due rapporti
particolarmente significativi pubblicati dalle Nazioni Unite in questo
decennio. Secondo le stime dell’Onu, nel 1950 i malnutriti erano il 50 per
cento della popolazione dei paesi poveri, nel 1970 erano il 37 per cento e nel
2000 erano il 17 per cento. Il rapporto SOFI 2006 della Fao, Lo stato dell’insicurezza alimentare nel
mondo, ha messo in evidenza che nel decennio
precedente la popolazione mondiale è cresciuta ma allo stesso tempo la
percentuale della popolazione colpita dalla fame nei paesi in via di sviluppo è
scesa. Il rapporto pubblicato dal Programma Alimentare
Mondiale nel novembre
Salute -
In questo campo, la lotta più significativa è quella
in difesa della vita dei bambini. Il tasso globale di mortalità infantile sotto
i cinque anni è costantemente diminuito negli ultimi due decenni. Di converso,
il tasso di riduzione della mortalità
infantile sotto i cinque anni è in aumento dagli anni ’90: si è avuto un tasso
di calo medio tra 2000 e 2008 del 2,3%, a fronte del 1,4%
medio tra 1990 e 2000. Di fatto, come ha sottolineato
nel settembre 2009 il direttore esecutivo dell'UNICEF Ann
Veneman, «un numero sproporzionato di morti avviene in un piccolo
gruppo di paesi molto popolati: il 40% delle morti sotto i cinque anni nel
mondo si verifica in appena tre paesi: India, Nigeria e Repubblica Democratica
del Congo». Gli esperti di salute pubblica
attribuiscono questo globale calo costante al crescente ricorso a interventi
sanitari fondamentali, per i quali si è andata
attivando una significativa sinergia tra
Onu e società civile. Là dove questi interventi sono aumentati, sono stati
conseguiti risultati positivi.
In questi ultimi anni, malattie come la mucca pazza e i casi umani
dell'influenza aviaria H5N1, per citarne qualcuna, hanno messo in drammatica evidenza l’inconsistenza dei confini
territoriali, la necessità di una ricerca scientifica coordinata e l’urgenza di
una reazione sanitaria globale. Nel campo della sanità, agenzie di portata
mondiale, come ad esempio
Ambiente –
Nonostante gli ostacoli e gli arresti temporanei della marcia verso
l’assunzione di una responsabilità globale, è’ possibile immaginare che
l’adozione di efficaci misure anti-inquinamento e, più in generale, di salvaguardia dell’ambiente possano essere meno che globali.
Possiamo parzializzare l’effetto serra? Può una nazione o un gruppo di nazioni adottare soluzioni geograficamente parziali, fidando
poi nella buona direzione del vento per mantenere la propria incolumità? Via,
non scherziamo. La lotta all’inquinamento e le misure per la difesa
dell’ambiente, così come la ricerca di energie alternative, vanno pensate
globalmente per essere applicate globalmente, anche se con gradualità e con
programmi attuativi che tengano conto delle diverse situazioni regionali e
locali. Anche in questo campo il ruolo dell’Onu è fondamentale sia nei
progressi più significativi che nelle cosiddette
battute d’arresto, come dai più è stato considerato il summit di Copenhagen
dello scorso dicembre, conclusosi con un accordo di impostare un percorso verso
una maggiore sicurezza climatica per l’intero pianeta. Se da un lato le
emergenze climatiche che l’umanità ha di fronte a sé richiedono interventi drastici e veloci, dall’altro la volontà politica e quella
della stessa opinione pubblica hanno bisogno di una certa preparazione per
accettare i cambiamenti che tali emergenze pongono. “Abbiamo concluso
il patto”, ha detto al termine del summit il Segretario Generale Onu, Ban Ki-moon. “Questo
accordo non può essere tutto ciò che tutti speravamo, ma è un inizio
essenziale”, ha affermato. Per quanto mi riguarda, tendo a scorgere in questa
valutazione il riconoscimento del processo necessario per i cambiamenti di
attitudine e di comportamento che l’emergenza ambientale richiede ai popoli e
ai loro governanti in tutto il mondo.
Istruzione e analfabetismo - Il risveglio delle coscienze ai doveri sociali di condivisione
e di impegno non è una mera prospettiva desiderabile,
ma una conditio sine qua non. Il
dato drammatico è che oggi almeno 113 milioni di
bambini nel mondo non frequentano la scuola, e di questi i due terzi sono
bambine (sì, le mamme che alleveranno la nuova generazione…). Non è necessario qui ricordare come la
mancanza d’istruzione precluda a questi figli del nostro mondo un’esistenza
degna d’essere vissuta e li releghi invece ad
un’esistenza di stenti per una sopravvivenza sempre più breve e senza umano
significato.
La lotta all’analfabetismo assume in quest’ottica un’importanza
cruciale, messa bene a fuoco dallo specifico Obiettivo di Sviluppo del
Millennio: rendere l’istruzione accessibile a tutti entro il 2015, obiettivo
definito al Forum mondiale sull’istruzione organizzato dall’Onu a Dakar
nell’aprile del
Conclusione
Il punto cruciale, quindi, è tutto qui: si può fare a meno
dell’ONU? Io sostengo che l’ONU è un’organizzazione non solo
è necessaria, ma indispensabile. Quando
il bene comune richiede una rinuncia alla sovranità nazionale, le nazioni sono
messe alla prova e l’egoismo nazionalistico è messo faccia a
faccia con le necessità di cooperazione internazionale. Di fronte alla
comunità mondiale è questa quindi la domanda che prevale su tutte le altre:
saranno disposte le nazioni sovrane a rinunciare ad
interessi nazionalistici e ad obiettivi ristretti allo scopo di operare insieme
per un mondo in cui pace e progresso globali non rimangano un’utopia? A pensarci bene, non credo che abbiamo altra
scelta. E la scelta deve includere in primis la rinnovata consapevolezza
dell’indispensabilità dell’Onu, organizzazione che, se non ci fosse,
bisognerebbe inventare.
Sergio
Tripi
*
Dal 1996 al 2001 è stato il Rappresentante in Italia dell’Università per
istituita
nel 1980 con risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
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nel 1979, ente morale con D.M. 24-5-1999 pubblicato sulla G.U. n. 135
dell’11-6-1999. L’Associazione opera per lo sviluppo delle coscienze e promuove
una cultura della pace nella prospettiva del
‘villaggio globale’ basato sull’unità nella diversità e sulla
condivisione.
L’Associazione
ha sede in Roma, via Antagora 10.